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Parlami di te: cosa rispondere al colloquio

Lunedì, 7 Luglio 2025

Parlami di te è la domanda che molti temono di più a un colloquio di lavoro.

È semplice solo in apparenza. Una frase breve, ma capace di farti sudare freddo se non sei preparato. Eppure, dietro quella frase si nasconde la tua più grande occasione: raccontare chi sei davvero, oltre il tuo curriculum.

In questo articolo scopriremo cosa rispondere alla domanda “Parlami di te colloquio”, come strutturare la risposta, quali errori evitare e come trasformare questo momento in un vero biglietto da visita per il tuo futuro professionale.

Parlami di te colloquio: perché te lo chiedono davvero?

La domanda “Parlami di te” è volutamente generica. Non esiste una risposta giusta in ogni occasione e per tutti, perché ciò che interessa davvero al selezionatore è capire chi sei come persona e professionista, al di là delle righe scritte nel tuo curriculum.

Chi ti fa questa domanda vuole scoprire:

  • Come sai raccontarti, se riesci a esprimerti con chiarezza, ordine e sintesi.
  • Quali aspetti di te ritieni importanti, perché ciò che scegli di dire racconta le tue priorità.
  • Come colleghi il tuo percorso passato al ruolo per cui ti candidi.
  • Se hai una visione del futuro, un’idea di dove vuoi andare.
  • Cosa ti rende unico, rispetto agli altri candidati.
  • Come ti comporti sotto stress. Anche il tuo modo di parlare è sotto osservazione.

In breve, “Parlami di te” è una vetrina dove puoi esporre il tuo brand personale, orientare la conversazione verso i tuoi punti di forza e fare emergere la tua unicità.

Come strutturare la risposta: il metodo Passato-Presente-Futuro

Il segreto per rispondere bene alla domanda “Parlami di te colloquio” è avere una struttura precisa. Il metodo più efficace è Passato – Presente – Futuro, semplice ma potente perché ti permette di raccontare la tua storia in modo ordinato, senza perderti in dettagli inutili.

Presente

Inizia parlando di chi sei oggi: il tuo ruolo attuale, dove lavori, quali responsabilità hai e, se possibile, i risultati concreti che hai ottenuto. Anche una piccola cifra può dare forza al tuo discorso:

“Attualmente lavoro come Digital Marketing Specialist in un’agenzia dove gestisco campagne social e ho aumentato l’engagement del 50% nell’ultimo anno.”

Passato

Prosegui raccontando, in breve, il percorso che ti ha portato lì. Non ripetere il CV, ma evidenzia le tappe fondamentali e cosa hai imparato lungo il cammino:

“Dopo la laurea in Comunicazione, ho iniziato in una piccola agenzia dove ho imparato a gestire progetti multitasking, sviluppando capacità di problem solving e lavoro in team.”

Futuro

Concludi guardando avanti: spiega quali sono i tuoi obiettivi, perché ti interessa quella posizione e come il ruolo si inserisce nel tuo progetto professionale:

“Sto cercando un ruolo dove poter crescere in strategia digitale e contribuire in un ambiente dinamico. Per questo sono molto interessato alla vostra azienda, conosciuta per l’innovazione e i progetti internazionali.”

La tua risposta dovrebbe durare tra 1 e 2 minuti. Troppo breve rischia di sembrare superficiale, troppo lunga può annoiare.

Esempi pratici per ogni livello di esperienza

Per aiutarti, ecco due esempi di risposta per profili diversi:

Profilo junior

“Mi sono laureato in Economia e durante l’università ho collaborato a un progetto di analisi dati che mi ha appassionato molto. Attualmente sto approfondendo Excel e Power BI per diventare più autonomo nell’elaborazione di report. Mi piacerebbe iniziare la mia carriera nel controllo di gestione perché amo lavorare con numeri e dati per supportare decisioni aziendali.”

Profilo senior

“Negli ultimi cinque anni sono stato Project Manager nel settore IT, dove ho gestito team fino a 10 persone e budget complessivi di oltre 2 milioni di euro. Ciò che mi distingue è la capacità di mantenere alta la motivazione del team anche in situazioni di forte stress. Vorrei portare questa esperienza in un’azienda come la vostra, dove l’innovazione è centrale.”

Parlami di te colloquio: lo storytelling racconta la tua storia, non il tuo CV

La differenza tra chi brilla al colloquio e chi resta anonimo è tutta nello storytelling. Non devi elencare esperienze come fossero punti di un elenco. Devi trasformare il tuo percorso in una storia che coinvolga chi ti ascolta.

Un buon racconto deve:

  • Interessare, catturando subito l’attenzione.
  • Istruire, mostrando cosa hai imparato dalle tue esperienze.
  • Coinvolgere, grazie a dettagli concreti.
  • Ispirare, facendo percepire il tuo potenziale.

Come farlo? Usa il metodo S.T.A.R.:

  • Situation (Situazione): racconta il contesto.
  • Task (Compito): spiega l’obiettivo o il problema.
  • Action (Azione): descrivi cosa hai fatto tu.
  • Result (Risultato): indica il risultato e, se possibile, quantificalo.

Esempio: “mi è stato affidato un progetto social con tempi strettissimi. Ho organizzato il team in modo più agile, pianificando riunioni giornaliere. Il risultato è stato un incremento delle interazioni del 40% rispetto alla media.”

Il tuo racconto diventa autentico, concreto e memorabile. È anche il momento giusto per far emergere la tua Unique Selling Proposition (USP), cioè ciò che ti rende speciale: la tua creatività, la capacità di fare squadra, la gestione dello stress o il tuo entusiasmo contagioso.

Frasi d’apertura e di chiusura: come iniziare e finire bene

Molti candidati si bloccano su come iniziare o come chiudere la risposta. Ecco alcune frasi che puoi usare:

Inizio

  • “Attualmente lavoro come…”
  • “Sono una persona appassionata di…”
  • “Potrei definirmi come…”

Chiusura

  • “Ecco perché penso che questa posizione sia il passo giusto per me.”
  • “Per questo sono entusiasta all’idea di poter contribuire qui.”

Parlami di te colloquio: le risposte

Non sempre avrai minuti a disposizione per presentarti. Prepara una versione di 30-60 secondi, sintetica ma efficace. Un esempio: “Sono Project Manager con esperienza nel settore IT. Ho gestito team fino a 10 persone su progetti complessi e cerco una realtà innovativa dove continuare a crescere e contribuire con la mia esperienza nella gestione agile.”

Personalizza per Distinguerti

Dare una risposta generica è un errore comune. Ogni presentazione deve essere calibrata sull’azienda e sul ruolo specifico.

Prima del colloquio:

  • Studia il sito aziendale, i valori e i progetti recenti.
  • Analizza l’annuncio di lavoro e le parole chiave usate.
  • Cerca notizie sull’azienda per capirne il contesto.

Poi, integra queste informazioni. Ad esempio: “Mi piace lavorare in ambienti dove l’innovazione è continua. Ho letto che la vostra azienda ha appena lanciato un progetto sull’intelligenza artificiale e mi piacerebbe portare il mio contributo in questo campo.” Questo mostra interesse e ti distingue.

Le Soft Skill da Mostrare

Oggi le competenze tecniche non bastano. Le aziende cercano persone capaci di relazionarsi, adattarsi e imparare. La presentazione iniziale è il momento perfetto per far emergere le tue competenze trasversali:

  • Comunicazione efficace: saper parlare chiaro, ascoltare e adattarsi.
  • Storytelling: trasformare esperienze in racconti coinvolgenti.
  • Intelligenza emotiva: gestire lo stress, capire emozioni proprie e altrui.
  • Problem solving: trovare soluzioni rapide ed efficaci.
  • Imparare a imparare: restare aggiornato, anche in campi nuovi.
  • Lavoro in team: costruire relazioni positive e collaborative.

Non limitarti a elencarle; dimostrale con esempi concreti di come le hai messe in pratica.

La Comunicazione non verbale

Non è solo cosa dici, ma come lo dici. Il linguaggio del corpo conta moltissimo:

  • Mantieni una postura dritta, ma rilassata.
  • Sorridi per trasmettere positività.
  • Evita braccia conserte o mani in tasca.
  • Mantieni il contatto visivo senza fissare.
  • Non parlare troppo in fretta.

Se il colloquio è online, cura l’ambiente: sfondo neutro, webcam all’altezza degli occhi, microfono chiaro. Ricorda di guardare la webcam per simulare il contatto visivo.

Parlami di te colloquio
Molto importanti sono la comunicazione verbale e para verbale

Parlami di te colloquio: errori da evitare

Ecco gli errori più comuni da non fare:

  • Ripetere il CV parola per parola: il selezionatore lo ha già letto.
  • Divagare troppo: rischi di sembrare dispersivo.
  • Raccontare aspetti personali irrilevanti: resta sul professionale.
  • Mostrare arroganza o falsa modestia: meglio equilibrio e sincerità.
  • Parlare male dei vecchi datori di lavoro: anche con brutte esperienze, mantieni toni neutri.
  • Non mostrare entusiasmo: se non sei convinto tu, non lo sarà il selezionatore.

Preparazione e Pratica

La preparazione è tutto. Ecco come esercitarti:

  • Scrivi la tua risposta: ti aiuterà a selezionare le informazioni importanti.
  • Ripetila ad alta voce: registrati e riascoltati per migliorare chiarezza e tono.
  • Simula il colloquio: con un amico o un coach, per sentirti più naturale.
  • Controlla il linguaggio del corpo: anche davanti allo specchio.
  • Preparati mentalmente: usa affermazioni positive e visualizza il successo.

Più ti alleni, più sarai sciolto e sicuro.

Nuove tendenze nei colloqui di selezione

Il mondo del lavoro oggi è in continua evoluzione, e presentarsi bene è ancora più cruciale per:

  • Digitalizzazione e IA: lo screening iniziale è spesso fatto da algoritmi. Il colloquio umano è decisivo.
  • Soft skills: sempre più centrali; le aziende cercano persone empatiche e adattabili.
  • Benessere e work-life balance: valori centrali anche nel colloquio.
  • Diversità e Inclusione (DEI): le aziende cercano ambienti inclusivi e rispettosi.
  • Green skills: la sostenibilità ambientale è sempre più richiesta in molti settori.

Dimostrare di essere aggiornato su queste tendenze rende la tua risposta più moderna e strategica.

Parlami di te colloquio: cogli l’opportunità

La domanda di presentazione non è una trappola, ma la tua grande occasione. È il momento in cui puoi raccontare chi sei, cosa sai fare e perché saresti perfetto per quel ruolo.

Ricorda: preparati con cura, racconta e non recitare, personalizza la risposta e mostra chi sei con esempi concreti e autenticità. Nessuno conosce la tua storia meglio di te. Con un po’ di esercizio, questa domanda può diventare il tuo asso nella manica.

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