contratto tempo determinato

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Come funziona il contratto a Tempo Determinato: aggiornato al 2025

Giovedì, 26 Giugno 2025

Il contratto a tempo determinato è una delle forme contrattuali più diffuse in Italia, ma le sue regole sono cambiate spesso negli ultimi anni, rendendo difficile orientarsi.

Se stai per firmarne uno o se desideri capirne il funzionamento, è fondamentale conoscere tutte le normative vigenti per tutelare i tuoi diritti.

In questo articolo, aggiornato al 2025, vedremo le caratteristiche principali del contratto a tempo determinato: la durata, i rinnovi, i diritti del lavoratore e le ultime novità introdotte dalla legislazione.

Che cos’è il contratto a Tempo Determinato?

Il contratto a tempo determinato è un accordo di lavoro subordinato che, a differenza del contratto a tempo indeterminato, ha una durata prestabilita. La data di inizio e quella di fine sono fissate nel contratto stesso.

La legge dice che il contratto a tempo determinato deve avere una motivazione precisa (la cosiddetta “causale”) solo in certi casi, per evitare abusi e garantire più di stabilità ai lavoratori.

Durata e rinnovi del contratto a Tempo Determinato

La legge stabilisce dei limiti precisi alla durata e alla possibilità di prorogare o rinnovare un contratto a tempo determinato.

Durata Massima (24 Mesi)

La durata massima complessiva dei contratti a termine tra lo stesso datore di lavoro e lo stesso lavoratore, per mansioni equivalenti, è di 24 mesi. In questo periodo possono rientrare sia la durata iniziale del contratto sia le successive proroghe o rinnovi.

Proroghe

La proroga è un’estensione della durata del contratto originale, che non modifica il motivo per cui è stato stipulato. Un contratto può essere prorogato liberamente per un massimo di 12 mesi senza bisogno di una “causale” che giustifichi l’estensione, purché non superi la durata totale di 24 mesi. Oltre i 12 mesi, la proroga richiede una causale specifica. Il numero massimo di proroghe consentite è 4, entro i limiti temporali.

Rinnovi

Il rinnovo, a differenza della proroga, avviene quando un contratto scade e ne viene stipulato uno nuovo. A partire dal Decreto Lavoro 2023, la causale è obbligatoria in caso di rinnovo solo se il rapporto di lavoro, comprensivo di proroghe e rinnovi, supera complessivamente i 12 mesi. Tra un contratto e l’altro è obbligatorio rispettare un “periodo di stop”:

  • 10 giorni per contratti inferiori a 6 mesi.
  • 20 giorni per contratti superiori a 6 mesi.

Se non si rispetta questo stop, il contratto si trasforma automaticamente a tempo indeterminato.

Le “Causali” obbligatorie: quando servono?

La causale è una ragione oggettiva che giustifica l’utilizzo di un contratto a tempo determinato oltre i 12 mesi (può arrivare fino a 24 mesi ma dopo i 12 servono le causali). Le uniche causali valide secondo la normativa attuale sono:

  • Esigenze temporanee e oggettive: Non legate a incrementi di attività ordinaria (ad esempio, picchi di produzione stagionali o l’avvio di una nuova linea produttiva).
  • Esigenze sostitutive: Per sostituire un dipendente assente (ad esempio, per maternità o malattia).
  • Esigenze previste dai CCNL: Le parti sociali possono individuare causali specifiche nei Contratti Collettivi Nazionali.

Importante: Se la durata iniziale del contratto è superiore a 12 mesi, la causale deve essere sempre presente. Le proroghe, invece, richiedono la causale solo se la durata complessiva supera i 12 mesi.

Diritti del lavoratore con contratto a Tempo Determinato

Chi lavora con un contratto a tempo determinato ha gli stessi diritti e doveri dei colleghi a tempo indeterminato, tra cui:

  • Retribuzione e trattamento economico: Diritto alla stessa retribuzione e agli stessi benefit (tredicesima, quattordicesima se prevista, TFR).
  • Ferie e permessi: Maturazione di ferie e permessi come previsto dal CCNL.
  • Malattia e infortunio: Diritto alla conservazione del posto di lavoro per un periodo stabilito dal CCNL, e indennità di malattia dall’INPS.
  • Previdenza e assistenza: Diritto al versamento dei contributi previdenziali e assicurativi.

Priorità nella riassunzione: Il lavoratore che ha lavorato per almeno 6 mesi ha un diritto di precedenza per le nuove assunzioni a tempo indeterminato per le stesse mansioni. Per far valere questo diritto, deve inviare una richiesta scritta al datore di lavoro entro un anno dalla scadenza del contratto.

Cosa succede alla scadenza del Contratto?

Alla scadenza del termine, il contratto si conclude automaticamente. Il datore di lavoro non deve inviare un preavviso di licenziamento, e il lavoratore non deve presentare dimissioni.

  • Se il contratto prosegue oltre la scadenza: Se il rapporto di lavoro continua oltre il termine previsto, si applica una sanzione economica per il datore di lavoro per ogni giorno di continuazione del rapporto.
  • Trasformazione in contratto a tempo indeterminato: Se il rapporto prosegue oltre i 30 giorni (per contratti fino a 6 mesi) o 50 giorni (per contratti oltre 6 mesi) dopo la scadenza, il contratto si trasforma automaticamente in tempo indeterminato, salvo eccezioni o accordi contrari.
contratto a tempo determinato
Prima di firmare un contratto è bene essere consapevoli di tutti gli aspetti dalla durata alla retribuzione

Ultime novità e riferimenti normativi nel 2025

Le regole del contratto a tempo determinato sono state influenzate da diverse leggi. Le più recenti sono:

  • Decreto Legge 48/2023 (Decreto Lavoro): Ha semplificato la gestione delle causali e ha reso più flessibile la proroga dei contratti, rendendo più agevole la stipula dei contratti a termine.
  • Legge di Conversione 85/2023: Ha confermato le modifiche del decreto, fissando il limite dei 12 mesi senza causale per le proroghe.

È sempre consigliabile consultare il proprio Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL), che può prevedere regole specifiche in deroga a quelle generali.

In sintesi: come affrontare al meglio un contratto a tempo determinato

Il contratto a tempo determinato rappresenta un’importante occasione per entrare nel mondo del lavoro, acquisire competenze, costruire relazioni professionali e avviare il proprio percorso. Pur avendo una durata limitata, può costituire un trampolino di lancio verso un’occupazione più stabile.

Tuttavia, per affrontarlo con consapevolezza, è fondamentale conoscere bene le regole che lo disciplinano: la durata massima, le condizioni per la proroga o il rinnovo, le causali previste dalla legge, i diritti in caso di riassunzione e le tutele alla scadenza del contratto.

Essere informato ti permette non solo di far valere i tuoi diritti, ma anche di orientarti meglio nel mercato del lavoro, pianificare le prossime mosse professionali e cogliere eventuali opportunità di trasformazione del contratto in una posizione a tempo indeterminato.

In definitiva, conoscere le regole del contratto a termine è il primo passo per trasformare un lavoro temporaneo in un’esperienza solida e significativa per il tuo futuro.

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