Contratto a chiamata e NASpI

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Contratto a Chiamata e NASpI: guida completa e aggiornata

Mercoledì, 2 Luglio 2025

Qual è la relazione fra il contratto a chiamata e la NASpI?

In questa guida analizzeremo cos’è il contratto a chiamata, come interagisce con la NASpI e quali sono i diritti e i doveri del lavoratore in tali situazioni.

Il contratto a chiamata, noto anche come contratto di lavoro intermittente o job on call, è una forma di impiego flessibile diffusa soprattutto nei settori del turismo, della ristorazione e dei servizi. Data la sua natura discontinua, sorgono spesso dubbi sulla compatibilità con la NASpI, l’indennità di disoccupazione.

Cos’è il Contratto a Chiamata (Lavoro Intermittente)?

Il contratto a chiamata è disciplinato dagli articoli 13-18 del D.Lgs. n. 81/2015. Si tratta di un contratto di lavoro subordinato, attivabile in modo discontinuo o intermittente, quando il datore di lavoro ha effettiva necessità della prestazione.

Tipologie di contratto:

  • Con obbligo di disponibilità
    Il lavoratore si impegna a rispondere alle chiamate del datore di lavoro. In cambio, percepisce una indennità di disponibilità, anche nei periodi in cui non viene effettivamente chiamato.
  • Senza obbligo di disponibilità
    Il lavoratore è libero di accettare o meno ogni singola chiamata. In questo caso, non percepisce alcuna indennità di disponibilità.

Limiti di utilizzo:

  • Ammesso solo per prestazioni discontinue previste dai contratti collettivi oppure, in assenza, secondo il DM 23 ottobre 2004 (es. custodi, camerieri, bagnini, ecc.).
  • Limiti anagrafici: può essere stipulato solo con lavoratori sotto i 24 anni (fino a 25 anni non compiuti) o sopra i 55 anni.
  • Limite delle 400 giornate: se il lavoratore presta più di 400 giornate effettive di lavoro con lo stesso datore di lavoro in 3 anni solari, il contratto si trasforma in tempo pieno e indeterminato.

Contratto a Chiamata e NASpI: Compatibilità nel 2025

La NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) è un’indennità erogata dall’INPS ai lavoratori che perdono involontariamente il lavoro.

Requisiti principali:

  • Stato di disoccupazione involontaria.
  • 13 settimane di contribuzione nei 4 anni precedenti la disoccupazione.
  • 30 giornate di lavoro effettivo nei 12 mesi precedenti.

Il contratto a chiamata è compatibile con la NASpI, ma a determinate condizioni.

1. Avvio di un Contratto a Chiamata durante la NASpI

Se stai percependo la NASpI e inizi un lavoro a chiamata:

  • Obbligo di comunicazione all’INPS:
    Devi comunicare l’inizio dell’attività lavorativa entro 30 giorni. Se non conosci il reddito previsto, hai 30 giorni dalla ricezione del primo compenso. La comunicazione può avvenire online o tramite Patronato.
  • Cumulabilità con la NASpI:
    È possibile cumulare NASpI e redditi da lavoro se il reddito annuo presunto non supera 8.500 euro (limite per il mantenimento dello stato di disoccupazione).
  • Riduzione della NASpI:
    La NASpI viene ridotta dell’80% del reddito presunto derivante dall’attività. L’importo viene ricalcolato dall’INPS sulla base di quanto dichiarato.

2. Perdita di un Contratto a Chiamata e Richiesta NASpI

Se un contratto a chiamata termina, è possibile richiedere la NASpI, se:

  • Hai perso il lavoro involontariamente.
  • Hai i requisiti contributivi e lavorativi.

Attenzione: Se rifiuti una chiamata senza giustificato motivo in un contratto con obbligo di disponibilità, potresti perdere il diritto alla NASpI (equiparato a dimissioni volontarie).

Le giornate effettivamente lavorate con contratto a chiamata valgono per il requisito delle 30 giornate nei 12 mesi.

3. Indennità di Disponibilità e NASpI

  • L’indennità di disponibilità è un reddito da lavoro subordinato.
  • Non comporta automaticamente una riduzione della NASpI, ma fa cumulo ai fini della soglia degli 8.500 euro annui.
  • Superando questa soglia, si perde lo stato di disoccupazione e quindi il diritto alla NASpI.
Contratto a chiamata e NASpI
Tabellina riassuntiva

Novità e aggiornamenti

Nel 2025 non ci sono state modifiche sostanziali alla normativa su contratto a chiamata e NASpI.

Tuttavia, ti consigliamo di:

  • Controllare il tuo CCNL di riferimento, perché potrebbero esserci previsioni specifiche per il lavoro intermittente.
  • Verificare le ultime circolari INPS, soprattutto se ti trovi in una situazione particolare (es. più contratti, redditi variabili, ecc.).

Conclusioni: tra flessibilità e sicurezza

Il contratto a chiamata rappresenta senza dubbio una modalità utile e flessibile per integrare il reddito durante il periodo di percezione della NASpI o per facilitare un rientro graduale nel mondo del lavoro. Tuttavia, è fondamentale comprendere che la sua compatibilità con l’indennità di disoccupazione non è automatica e richiede attenzione a una serie di adempimenti precisi, soprattutto per quanto riguarda le comunicazioni obbligatorie all’INPS e il rispetto dei limiti di reddito.

Muoversi in questo scenario può sembrare complesso, ma la chiave è la proattività e l’informazione. Essere consapevoli dei propri diritti e doveri ti permette di sfruttare al meglio le opportunità offerte dal contratto a chiamata senza compromettere la tua NASpI.

In caso di qualsiasi dubbio o per situazioni particolari, è sempre consigliabile rivolgersi a un Patronato o a un consulente del lavoro. Questi professionisti potranno offrirti un supporto personalizzato e guidarti passo dopo passo per:

  • Verificare i requisiti specifici per la NASpI in relazione alla tua storia lavorativa.
  • Calcolare correttamente i redditi e prevedere l’impatto sulla tua indennità.
  • Inviare tutte le comunicazioni necessarie all’INPS nei tempi e nei modi previsti dalla normativa, evitandoti spiacevoli sorprese.

Non lasciare che l’incertezza ti fermi: un buon supporto ti aiuterà a gestire al meglio la tua situazione lavorativa e a tutelare i tuoi diritti.

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