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Giovedì, 20 Febbraio 2025
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Il congedo di maternità è un periodo di astensione obbligatoria dal lavoro concesso alle lavoratrici durante la gravidanza e dopo il parto.
In questo articolo scopriamo di cosa si tratta, a chi è rivolto e come richiederlo.
L’indennità obbligatoria di maternità è stata stabilita dalla legge n. 1204 del 1971 e dal regolamento di attuazione DPR del 25 novembre 1976, che rappresentano la base giuridica per la protezione delle lavoratrici madri.
L’obiettivo principale di questo periodo di astensione obbligatoria del lavoro è quindi duplice: tutelare la salute della madre e del bambino, garantendo anche un sostegno economico durante l’assenza dal lavoro.
Secondo la normativa italiana, il congedo di maternità ha una durata standard di 5 mesi, così distribuiti:
Va sottolineato che la possibilità di usufruire di un congedo flessibile (1+4 o 0+5) dipende dalle condizioni di salute della madre e del bambino, attestate da un certificato medico. Inoltre, ci sono casi particolari in cui la lavoratrice può richiedere una proroga del congedo, ad esempio gravidanza a rischio o parto prematuro.
Il congedo di maternità per legge spetta alle lavoratrici dipendenti, alle lavoratrici autonome e libere professioniste iscritte alle gestioni previdenziali INPS, alle collaboratrici coordinate e continuative (Co.Co.Co.), alle lavoratrici disoccupate se hanno cessato un rapporto di lavoro da meno di 60 giorni.
Le lavoratrici autonome hanno diritto all’indennità di maternità, ma questa è calcolata sulla retribuzione convenzionale stabilita annualmente dall’INPS, che potrebbe essere inferiore al loro effettivo guadagno.
Le collaboratrici domestiche e quelle con contratti a progetto possono avere requisiti diversi per ottenere il congedo di maternità e dovrebbero contattare l’INPS per verificare i loro diritti specifici.
Nel periodo di congedo di maternità, una lavoratrice ha diritto a un’indennità economica equivalente all’80% della retribuzione media giornaliera, calcolata sui 12 mesi precedenti. Alcuni contratti collettivi possono prevedere un’integrazione fino al 100% dello stipendio.
Per quanto riguarda le lavoratrici autonome, l’indennità è pari all’80% della retribuzione convenzionale, stabilita annualmente dall’INPS.
In seguito al congedo di maternità (o paternità obbligatorio, dove applicabile), la lavoratrice o il lavoratore possono richiedere il congedo parentale, un periodo di sospensione dal lavoro per prendersi cura del bambino.
Facciamo chiarezza su due termini che spesso vengono confusi:
Indennità di maternità: si riferisce al periodo di astensione obbligatoria dal lavoro della madre (e in alcuni casi anche del padre) durante e dopo la gravidanza. Questa è sempre stata retribuita all’80% dello stipendio (con possibili integrazioni contrattuali).
Congedo parentale: si riferisce al periodo di astensione facoltativa dal lavoro che i genitori possono prendere per prendersi cura dei figli nei primi anni di vita. Questo, fino a poco tempo fa, era retribuito al 30% dello stipendio e ora all’80%.
La Legge di Bilancio ha previsto, infatti, un aumento dell’indennità per un periodo di congedo parentale:
Questi cambiamenti sono stati effettuati per offrire un maggiore sostegno alle famiglie nei primi anni di vita del bambino, incrementando l’indennità rispetto alla copertura ordinaria precedente, che era del 30% della retribuzione.
La domanda deve essere presentata all’INPS tramite:
Documentazione Necessaria
In aggiunta, il padre lavoratore ha diritto a 10 giorni di congedo di paternità obbligatorio, retribuito al 100%, da fruire nei primi 5 mesi dalla nascita del bambino.
Oltre al congedo obbligatorio, esiste anche il congedo parentale per il padre, che può essere fruito in alternativa o in aggiunta a quello della madre, garantendo maggiore flessibilità nella gestione del periodo post-nascita. Può essere concomitante con quello della madre ed è un diritto riconosciuto sia ai lavoratori dipendenti sia ad alcune categorie di lavoratori autonomi.
Al termine del congedo di maternità e parentale, la lavoratrice può usufruire di:
La legge prevede specifiche tutele per le donne in gravidanza:
Il congedo di maternità rappresenta un diritto essenziale per le lavoratrici in Italia, assicurando sia la protezione economica sia la tutela della salute di madre e bambino. Per sfruttare al meglio i benefici disponibili, è cruciale essere informati riguardo alle normative, ai tempi di presentazione delle domande e alle indennità previste dalla legge. Per maggiori informazioni, visita il sito ufficiale dell’INPS o consulta un patronato per assistenza nella procedura.
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